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domenica, marzo 23, 2008

Dal diario di un osso


Dal diario di un osso/ Sabiha Shubber




Osso come sono, ero lì anch’io in quel cumulo di ossa rotte e sporgenti tra le carni ormai consumate. Di fronte a me intravedevo il suo volto sfigurato dalla stanchezza e dalla tristezza che l’avevano tormentata in tutti quegli anni difficili, da quando non era più una signora il cui volto era stato un giorno fresco e bello e i cui lineamenti erano stati il simbolo della gioia e della serenità per molta gente; ma oggi tutto era cambiato, perfino i suoi capelli erano diventati bianchi prima del tempo. Lei era lì, stava frugando tra le ossa buttate a caso in quel posto.
Io la voce di questa signora la conoscevo bene, anzi mi ricordavo perfino di quanto mi coccolava, quando ero ancora bambino, e di quanto erano graziose le favole che mi raccontava quando i miei occhi si rifiutavano di sottomettersi al sonno notturno, perché aspettavano da lei più coccole ancora. Era davvero bella ed io la adoravo, non solo per la sua bellezza ma anche per il suo coraggio, la sua audacia e la sua capacità di resistere alle difficoltà della vita e alle grida che lanciavo senza tregua perché la volevo sempre vicina a me.
La signora cercava ancora tra le ossa e provava a mettere i pezzi uno accanto all’altro per formare un corpo a lei tanto caro. Ebbi pena di lei, vedendola così, lei invece continuava con ansia a chiedere all’uomo che faceva le guardia alle ossa:
- Non ci sono altre ossa, magari in un posto vicino a questo?
Io non sopportavo più la sua voce tramutata così in un tono di supplica e paura, nonostante cercasse di nascondere questa debolezza, sì proprio lei che aveva una voce bella con la quale mi cantava le più belle canzoni di Fayruz, con una dolcezza e intonazione molto cara al mio cuore e direi molto simile a quella della cantante originale, capace di condurmi in altri mondi colmi di bellezza e gioia dai quali non volevo più uscire.
La signora tornò a chiedere con insistenza:
- Senta, ma dove avranno mai messo le altre ossa?
Mi sentivo spaventato dalla debolezza che la sua voce trasmetteva, pensavo che non avrei mai dovuto vederla così, ma sembra che i giorni facciano i loro effetti sulla psiche prima sul corpo e cambino molto di noi con estrema velocità.
La donna continuava a chiedere:
- Ma lei non sa dove è il resto delle ossa degli altri corpi?
Rimasi perplesso per la domanda, sembrava che la donna non sapesse quel che era successo realmente. Ci sono tante ossa di tanti corpi, accumulati a caso qui, ma lei non ha trovato che un solo braccio, che ha riconosciuto dalla manica della camicia che mi aveva cucito con le sue mani raffinate.
Oh signora, non sai che ci hanno sgozzato tutti quanti ed io non immaginavo mai che potesse arrivare un giorno così, in cui dovevo vederti smarrita alla ricerca di quel bambino che non smetteva di piangere finché non gli cantavi le canzoni con la tua voce che cercavi di rendere intonatissima come quella di Fayruz.
La signora si era accorta che le mancavano altre due ossa, mentre stava cercando di metterle in ordine per poter comporre tutto il corpo e quindi riconoscerlo, perciò si era messa a domandare nuovamente:
?Ma dove hanno messo le altre ossa
- Signora, le nostre ossa le hanno spezzate e sparpagliate e alcune sono state depositate in posti diversi.
Il bambino si sentiva sereno, aveva bevuto l’acqua e si era messo a giocare con lei, che cantava per lui le più belle canzoni di Fayruz per tranquillizzarlo e farlo sentire felice come un angelo che loda il cielo insieme ad altri usignoli.
La donna ripeté la sua strana domanda, ma l’uomo sembrava non volesse dirle la verità per non spaventarla di più:
- La prego mi dica dove hanno messo le ossa? Mi serve il braccio destro e la gamba sinistra di una persona a me tanto cara, voglio mettere in ordine le sue ossa e portarle con me a casa dove posso riscaldarle con il mio affetto.
Il bambino giocava, la signora lo prendeva tra le sue braccia, lo dondolava e lui gridava di gioia e felicità.
- La prego, voglio il braccio destro e la gamba sinistra, sono di mio figlio, prima pensavo che fosse vivo ma adesso so che è stato decapitato.
Sono state decapitate migliaia di persone, cara signora, non ci sono rimaste che le ossa; oh mamma, come puoi resuscitare le ossa ormai morte?
Stava per chiedere un’altra volta al signore, ma questi non ce la faceva più a sopportare quelle infinite domande e le disse emozionato:
- Signora mia, non ci sono rimaste neanche le ossa, si è consumato tutto in noi, siamo diventati cenere portata via dal vento.
Dall’Iraq Sabiha Shubber: Scrittrice residente in Marocco.
Traduzione a cura di Asma Gherib


من يوميات عظم:
صبيحة شبر

عظام متكسرة ، بارزة ،، ولحم آيل للنفاد ،، وجه يكسوه التعب ،، وتحيطه الكآبة ،، سنوات عجاف من الهم والكمد ،، ألمت بصاحبة هذا الوجه الجميل ، وقضت على ما فيه من نضارة ، وما بثته في الناس من بهجة تبعثها تقاسيمه الرقيقة ،الهادئة ،شعر وخطه المشيب على عجل ،، وعلى حين غرة من صاحبته ، أتت السيدة على غير انتظار ، باحثة في العظام المتجمعة التي رميت هنا بغير اهتمام
نادت السيدة التي اعرفها تمام المعرفة :
- أكل هذه العظام جاء ذووها ؟
الصوت اعرفه تمام المعرفة ، طالما هدهدني ، وأنا طفل صغير ، اعتنى بي ، صبر عند مهدي باشا ، متحدثا باعذب الحكايات ، عل النوم يأتي الى عيوني التي تأبى مفارقة التدليل
سيدة تدل ملامحها ، على جمال أخاذ ، كان يثير الإعجاب ، في المشاهدين ، كنت انا انظر اليها ، مبهور برباطة جأشها ، وتحملها الصعاب ، وصرخاتي المتواصلة ، التي أصر على إطلاقها ، دون توقف ، ليأتيني ذلك الوجه الآسر ، الذي يرغمني على الصمت
تقلب السيدة ، ذات الجمال الآفل ، العظام بيدها ، تبحث عن عظام كانت ، تسعى الى إيجادها في هذه الكومة ، التي وضعت هنا ، بلا اهتمام ، أشفق لمرأى السيدة العزيزة ، وهي تحاول ان ، تجمع العظام على بعضها ، لتكون مخلوقا ، كان عزيزا على قلبها ، أثيرا على نفسها ،تسأل الرجل الواقف بالتياع :
- الا يوجد عظام غير هذه في مكان قريب ؟
يثيرني صوت السيدة ، الذي يبدو الرعب ، عليه واضحا ، وان حاولت جاهدة أن ، تخفي معالمه ، في نفسها المرهقة منذ زمان
صوت أخاذ جميل ، ينشد أغاني فيروز ، محاولا ان يحسن التقليد ، بنبرات مطمئنة ،عشقت ذلك الصوت ، كنت اصرخ باستمرار ، طالبا ان تأتيني ، صاحبته ، لتسمعني : تلك الأغاني الرائعة ، بعذوبة متناهية ،، يأخذني جمال الصوت ، الى عوالم من البهجة ، أتمنى معه ان يبقى ، محيطا بي ، لا يفارقني
تعود السيدة لتقلب العظام ، والتساؤل ، ينبعث قويا من نبرات صوتها ، الآخذة بالارتفاع
- أين وضعوا العظام الأخرى ؟
يرعبني الصوت المأسور بضعف ووهن ، لم أكن اعهده ، بتلك المرأة ، التي كنت واثقا ثقة تامة ، أنها قوية ، لا تعرف الخنوع ، ولكن الأيام تفعل فعلها ، في النفوس ، قبل الأجساد ، وتأتي بتغيرات لم نكن نظن انها تحدث بمثل هذه السرعة ، ويهذا الشكل العجيب
يعود صوت المرأة ، التي طالما أسرتني بحضورها الجميل ، الى التساؤل من جديد :
- الا تدري ، أخي ، اين وضعوا العظام الباقية ، لرفات الأجساد الأخرى ؟
اندهش للسؤال ، الا تدري السيدة العزيزة ، ماذا جرى ؟ عظام متفرقة ، لأجساد كثيرة ، تجمع أكواما أكواما ، على غير ترتيب ، في أماكن متفرقة ، استطاعت ان تعرف ذراعي ، من كم قميص ، كانت قد أخاطته لي ، بيديها الرقيقتين
يعود صوت السيدة ، التي كثيرا ما بهرتني ، بجمالها ، الى السؤال بلهفة المحتار ، من جديد
- هل يمكنك ان تدلني على الذراع اليمنى ، وعلى الساق اليسرى ؟
لقد نحرونا أيتها العزيزة ، ولم أكن اعلم ، أنني سأكون شاهدا على حيرتك سيدتي العزيزة ، تعبك ذهب سدى كما في كل مرة
الطفل يبكي بإصرار عجيب ، يبحث عن سيدة جميلة ، ذات منظر أخاذ ، تنشد له أغاني فيروز ، بابتسام ، وتحرص على ان يأتي صوتها جميلا ، كجمال صوت فيروز
تمسك السيدة العظام ، بيديها ، تحاول ان تجمعها بهيئة واحدة ، تدرك انها تفقد عظمين اثنين ، من العسير عليها ، ان تعيد تشكيل الجسد بدونهما ،، تسأل برغبة شديدة الا يأتيها الجواب الذي تحرص على تأخيره
- دلني ، أخي ، أين وضعوا العظام الأخرى ؟
عظامنا سيدتي دقوها ، نثروها ، مزقوها ، ثم جمعوها بغير عناية ، ولا انتباه ، في أماكن متفرقة
الطفل تغمره البهجة ، شرب حتى ارتوى ، لعبت وإياه السيدة ، لاطفته ، أسمعته حلو الأناشيد وعذب الأغاني ، بصوتها الجميل ، حتى اطمأن وعرف انه ملاك بهيج ، يغني للسماء مع الشحرور
تعود السيدة الى سؤالها الغريب ، ويبدو ان الرجل يأبى ، إشفاقا ،أن يطلعها ، على جوابه الصحيح
- قل لي ، أخي ، أين وضعوا العظام ؟ أريد الذراع اليمنى ، والساق اليسرى من جسد عزيز ، لأجمعها مع بعضها البعض ، ثم أدفئه في بيتي
الطفل يضحك ، تأخذه السيدة ، بيديها ، تأرجحه يمينا وشمالا ، وهو يكركر ، بصوت سعيد ، طالبا المزيد ، من اللعب مع السيدة الرقيقة
يسمع صوت السيدة ، ينبعث بهلع مكبوت :
لطفا ، أخي ، أريد الذراع اليمنى والساق اليسرى ، انه ولدي ، لقد عرفت أخيرا أنهم أعدموه ، وكنت أظن انه ما زال حيا يرزق
نفذوا حكم الموت بالآلاف سيدتي الحبيبة ، لم يتبق مني الا عظام نخرة ، أمي ، كيف يمكنك ان تجمعي العظام وهي رميم ؟
تهم السيدة بطرح السؤال مرة أخرى ، فلم يعد الرجل قادرا على الاحتمال ، بعد زخات من الأسئلة المتدفقة ، التي تلقيها على عاتقه ، تلك السيدة العزيزة ، يجيبها بانفعال :
- سيدتي ، لم تبق فينا عظام ، تهرأ كل شيء فينا ، أصبحنا رمادا تذروه الرياح




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