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domenica, marzo 23, 2008

Bicchieri

كؤوس: Bicchieri di Mohammed Ferri ترجمة أسماء غريب





Bicchieri

Mohammed Ferri
Marocco

Entrٍ velocemente nella taverna come se stesse evitando un ignoto persecutore che appesantiva la sua schiena, si diresse come una macchina programmata verso il cameriere, si buttٍ sul bordo del bancone, appoggiٍ il suo braccio e chiese un bicchiere di vino rosso rubino. Era l’inizio di qualcosa di cui lui conosceva bene la fine.
Quello era…
Il primo bicchiere,
Versٍ il suo contenuto nel suo ventre, tutto in un solo sorso, questo tipo scarso di vino non bisogna gustarlo, la delizia sta nel suo effetto e non nel suo ottimo gusto. Ma a lui non importava molto del gusto, altrimenti sarebbe andato a sedersi ad un caffè dove avrebbe potuto godersi di un bicchiere di succo di frutta dolce. Avvertى che il suo stomaco colse il liquido senza grande festa. Non si curٍ del fatto, come non si curٍ dei clienti che bevevano lى intorno a lui. Il suo umore non era disponibile a conversare con nessuno. Aveva “abbagliato” per tutta la settimana a lavoro, ed era giunto il momento di godere di un po’ di silenzio, di poter ascoltare il tintinnare del bicchiere, cioè il tintinnare astratto e profondo e non quello concreto del vetro stesso. Toccٍ la sua tasca, contٍ che vi erano, si sentى più sicuro quando capى che la somma era sufficiente per allungare la serata, tossicchiٍ prima di chiamare il cameriere…
Ed era…
Il secondo bicchiere,
lo contemplٍ a lungo, lo fissٍ, poi lo prese tra la sua mano, sentى la sua morbidezza; gli sembrava di toccare un corpo vellutato e giovane, un leggero formicoliٍ cominciٍ a passare tra le sue profondità, attraverso le sue dita, quindi si mosse dentro di sé ciٍ che era addormentato, portٍ il bicchiere verso la bocca, ne trangugiٍ la metà e rimise il bicchiere al suo posto, fissando il contenuto rosso. Si ricordٍ della sua angoscia, un sentimento radicato dentro di sé senza capirne il motivo. La gente è sempre in lotta e ognuno vuole fare lo sgambetto all’altro. Invidia accumulata, tutti che cercano solo il proprio interesse, l’io è contro l’io dell’altro, un combattimento umano dove si perde colui che non ha un remo; lui il remo non l’aveva e non voleva averne. Oggi vino, domani vino, bisogna godere solo l’ora in cui vive, un altro bicchiere oh taverniere! …e arrivٍ …
Il terzo bicchiere,
le sue dita si muovevano verso di esso, si girٍ verso il garzone dell’osteria come se si fosse ricordato di qualcosa:
- Un po’ di antipasti per favore.
Arrivٍ il piattino di ceci bolliti, lo mangiٍ con avidità, si susseguirono i bocconcini, che non venivano separati se non dei gustosi sorsetti di vino. Pose il bicchiere e indugiٍ con gli occhi su coloro che erano seduti intorno a lui, i suoi occhi curiosarono tra gli esseri affollati nella taverna, e infine s’incollarono su una gigante “groppa” di una donna mercenaria in cerca di denaro in quel posto, il suo rotondo sedere infiammٍ tutta la sua privazione e il suo desiderio, si ricordٍ dell’ultima volta in cui il suo corpo si era unito ad un corpo femminile, non riusciva a precisare il momento, data la lontananza del periodo che testimoniava l’ultima rissa del suo corpo con uno femminile, cominciٍ a pensare di mercanteggiare il corpo di quella cliente, ma si fermٍ perché si ricordٍ della somma che aveva in tasca, quindi rinunciٍ all’iniziativa a malincuore mentre sussurrava:
“figlie di pu…che schifo, ti sorridono in faccia e poi ti svuotano la tasca.”
La sua irritazione non aveva potuto spegnere il suo desiderio, quindi lo bloccٍ togliendo lo sguardo da quel rotondo sedere, chiamٍ un altro bicchiere che il taverniere portٍ subito e quindi era…
Il quarto bicchiere,
l’accolse con festa, come se fosse stata una donna facile e persa che non vedeva da molto tempo. Fece un sorriso, scoprendo cosى denti gialli non spazzolati da tempo, buttٍ nello stomaco ciٍ che era rimasto dei ceci, avvertى ancora fame, e quindi guardٍ il garzone con uno sguardo che lasciava intendere il bisogno di un altro piatto. Il garzone lo ignorٍ dirigendosi verso i clienti dai quali trovava più guadagno, cioè quelli che ordinavano whisky. Trattenne il suo furore, guardٍ i clienti con molta curiosità, li fissٍ uno per uno, spinto da una sfacciataggine che non sapeva da dove venisse. Vi erano dei volti che lui era abituato a vedere, c’era anche quel magro ed elegante giovane nel fondo del bancone che appoggiava la testa sulla mano, i suoi occhi erano nascosti sotto larghi occhiali scuri, nonostante il buio che c’era nel posto, davanti a lui c’erano bottiglie di Heineken che ingombravano il bancone, tanto che la loro quantità attirٍ sempre più l’attenzione del barman. Accanto al giovane c’era una cliente le cui rotondità rivelavano una femminilità provocante, s’incollٍ a lui con spudoratezza scostumata, la circondٍ con il suo braccio, mentre la sua mano toccava l’ondulato corpo di lei, arrivٍ alla vita e quando scivolٍ verso il sedere lo afferrٍ con forza. Inghiottى la saliva, si sentiva assalito da un desiderio sessuale, provocato da ciٍ che vedeva davanti ai suoi occhi, si sentiva sempre più soffocato e accollato dalla testa sino ai piedi, gridٍ al taverniere inconsciamente…
il quinto bicchiere,
arrivٍ il bicchiere, lo assalى come un toro arrabbiato, lo versa dentro lo stomaco in un modo rumoroso, si trattava di un ribollire che lui cercava di spegnere con quell’infernale liquido, ma il fuoco dentro di lui si accendeva sempre di più, gli occhi diventarono, si sentiva assalito da un folle desiderio. Si ricordٍ della notte in cui aveva portato una donna a casa sua, una che gli dava il suo corpo solo per pochi minuti pagati in anticipo, si ricordٍ del modo in cui si era gettato su di lei, come un mulo senza preliminari, nel suo caso, non c’era bisogno di cose simili, come un gallo la lasciٍ e lei lo abbandonٍ velocemente perché era in corsa contro il tempo, non voleva perdere altri clienti; egli invece rimase solo a cercare l’orgasmo perduto. Si mosse di sullo sgabello, si ricordٍ di una cassetta che aveva nella tasca, la prese e la diede velocemente al garzone della taverna che si era ormai abituato a soddisfare le richieste dei clienti che volevano ascoltare la musica. Molti di loro portavano cassette diverse, ognuno secondo il proprio gusto e i propri problemi, era cosa che aiutava il vino a dare il suo effetto e quindi a far svanire le loro preoccupazioni.
Non appena la musica ebbe inizio, le teste cominciarono a muoversi con euforia, le voci divennero quasi chiasso, lui invece chiuse gli occhi e vagٍ con la sua mente mentre ascoltava il ritmo delle corde musicali e del tamburello…si ricordٍ della gioventù, delle sue serate con gli amici e di quanto si divertiva nell’animare l’atmosfera chiassosa insieme agli amici a casa sua, motivo per il quale aveva meritato il nominativo di direttore delle attività d’intrattenimento; parlava con alcuni e sorrideva ad altri, accoglieva alcuni e salutava altri…per lui non era importante conoscerli tutti, ma era evidente che lui era l’astro intorno al quale giravano i discepoli, un maestro per donne e uomini. Rise forte mentre si ricordava dei suoi ospiti e di come erano disposti a salmodiare, simili a fuqaha’ radunati lى per recitare e cantare i versi di Ibn Ashur, dopo aver modificato alcune delle sue parole sostituendole con altre più intriganti e peccaminose, conservando perٍ lo stesso ritmo ….Quindi le note si fondevano nell’aria, il piacere e l’estasi catturavano tutti, al punto da farli sembrare folli per una musica spirituale a cui tutti i presenti avevano partecipato per la creazione delle sue lussuriose parole. Iniziavano con la frase “disse lo sheikh Abd Al wahed Ibn Asher”, per ingannare i vicini di casa e farli credere che la festa celebrata a casa sua fosse una festa di carità religiosa, in cui venivano cantate poesie di lode. Di ciٍ non potevano dubitare di certo anche perché il ritmo era proprio quello delle originali lodi religiose di Ibn Asher conosciute da tutti, ciٍ contribuiva a camuffare le parole lussuriose inventate da loro…erano bei tempi, adesso invece gli amici erano ormai persi dal turbine della vita e dai problemi delle loro famiglie, lui solamente era riuscito a resistere e a rifiutare il peso della responsabilità di qualcun altro, per lui si trattava di un delitto commesso da suo padre nei suoi confronti ed egli non voleva ripeterlo nei confronti di qualcun altro. Si svegliٍ dei suoi ricordi come se qualcuno lo avesse strappato ad un bel sogno, fissٍ il bicchiere vuoto, cercando di ricordare quando l’aveva bevuto, ma invano, perciٍ chiese un altro bicchiere ed era cosى …
Il sesto bicchiere,
Gli arrivٍ vanitoso e sorridente, sembrava che parlasse, egli lo ricevette con un dolce sorriso, immergendo le sue dita in esso, come uno che stesse cercando di fare le abluzioni con quel liquido. Avvertى una certa felicità che faceva svanire la sua solita tristezza, un possessivo desiderio che lo invitava ad aprirsi nei confronti degli altri. Quindi dimenticٍ tutti i suoi rancori, si sentى invaso dalla « voce della tenerezza » come dicono gli amici delle bevute, ebbe voglia di abbracciare tutti, sussurrٍ tra sé e sé delle parole che nessuno poteva sentire, sollevٍ il suo bicchiere e bevve alla salute di tutti, brindando agli splendidi giorni passati; mise con forza il bicchiere sul bancone, provocando un forte rumore che attirٍ l’attenzione del cameriere, il quale ne portٍ subito un altro. Il liquido non era più amaro, ma era diventato dolce e non importava se dentro ci fosse dell’uva o della ruta selvatica.
Il settimo bicchiere
L’ottavo….
Il decimo…
Il ventesimo….il ventunesimo…..
Ormai contare il numero dei bicchiere non era più importante.
Il corpo diventٍ leggero, il buio non c’era più, e s’udى una voce: “oh tristezza smetti di piovere” e diminuirono le angosce, la solitudine, sentى un estasi che provocava tutto il suo corpo, gli sembrava di svenire…i volti che egli vedeva oscuri, si illuminarono, le labbra chiuse cominciarono ad aprirsi in larghi sorrisi…sorrisero tutti…anche lui e i sorrisi si trasformarono in grandi risate che ebbero la magia di togliere i fardelli degli anni…Una chiassosa risata si mescolٍ con il rumore della musica e delle voci traballanti del posto. Il suo corpo era sempre più in estasi…avvertiva un forte bisogno di parlare con gli altri e di abbracciarli uno per uno…li conosceva e lo conoscevano erano clienti fissi del locale.. anzi non c’era bisogno di parole, si mise subito ad abbracciarli, i corpi diventarono per lui una cosa sola che egli toccava con grande divertimento, senza distinguere tra corpi di donne o di uomini, erano tutti uguali per lui. Senza accorgersene, sentى i suoi piedi che si sollevavano da terra, e volavano sopra le teste ammassate dei presenti verso la porta d’uscita. L’estasi di abbracciare tutti si trasformٍ in una grande voglia di volare. Avvenne perٍ che si ritrovٍ disteso fuori, sull’asfalto accanto al marciapiede, senza capire il perché il suo volo fosse terminato. Si voltٍ a destra e a sinistra, cercando di riprendere il volo un’altra volta, ma il suo corpo era pesante, faceva più sforzi per sollevarsi, e cominciٍ a camminare barcollando, mentre si allontanava dalla taverna, sprofondandosi nel buio della strada.


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